lunedì 4 novembre 2013

Pina Bausch - Cafe Müller

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martedì 2 aprile 2013

la vita oggi, di Anthony Trollope

  Il romanticismo non abita qui 
 
Decisamente il Romanticismo non abita in casa Trollope, o almeno non in questo romanzo. Tutto è calcolo e ragionamento. Ogni azione viene soppesata, dichiarata, motivata, niente viene lasciato al caso. Ogni azione porta una conseguenza: ed è molto ben propinata , e nessuno viene risparmiato. A tratti sembra più vicino all’illuminismo settecentesco o alla lucida e tagliente penna di Jane Austen che non al periodo di maturo romanticismo, in cui lui stesso si sta muovendo.... in realtà, mi sembra che Trollope, stia già scavalcando l’Ottocento per avvicinarsi alla nostra contemporaneità. Ci sarà sempre La vita oggi, e avrà sempre caratteristiche di modernità , perché i temi che Trollope sviscera, sono ahimè universali e non abbandoneranno mai le civiltà in progresso e in divenire …

Vorrei lasciarmi andare agli ardori del mio entusiasmo, ma non ce la faccio di fronte ad un libro come questo : anche l’entusiasmo ha un peso e un costo, per cui devo saperlo esprimere nella giusta maniera.

Imponente romanzo: ironico, cinico, con dialoghi superlativi, personaggi presentati in tutte le loro variegate sfumature: i personaggi femminili sono impagabilmente descritti; situazioni, descritte a volte, al limite del grottesco , non finisco di sorridere mentre penso alla fastosa cena, organizzata da Melmotte , in onore dell’Imperatore della Cina … Non finirò mai di ridere quando penso a Melmotte ubriaco, che tenta di fare il suo discorso in Parlamento, nel momento della sua rovina (ma anche il suo primo tentativo di discorso, quando si insedia per la prima volta alla Camera è da scompisciarsi) Esempio di uomo di potere fasullo, macchietta prepotente e pericolosa perché porta dietro di sé il vuoto. Trollope, presentandoci Melmotte, ha cancellato quel fiorire di sentimenti che il Romanticismo ha già spalmato intorno a sé: sentimenti che , volendo , forse, avrebbero anche potuto salvarlo … Ma no, che dico. Melmotte ha una chiara e precisa connotazione, non potrà mai essere aiutato dai sentimenti perché non li conosce. Ed è così che rimbalzerà di secolo in secolo intatto. Lo ritroveremo sempre , collocato in altre situazioni, con altri nomi, altri vestiti e ci intrappolerà sempre : perché è unicamente figlio del Denaro e del Raggiro che si attua per ottenerlo …
Vorrei parlare di tutti gli altri personaggi stupendamente descritti da Trollope, ma 1200 pagine sono tante da raccontare e vi posso garantire che nessuna di queste pagine è noiosa o scontata.
Ahi! Ahi! Mi sento tanto Lady Carbury , dopo aver scritto questo commento :P




La vita oggi - Anthony Trollope
  • Brossura 1336 Pages
  • ISBN-10: 8838925135
  • ISBN-13: 9788838925139
  • Editore: Sellerio (La memoria)
  • Publish date: 2010-11-01

lunedì 11 marzo 2013

citazione

"Ma io volevo baci larghi come oceani in cui perdermi e affogare, volevo baci grandi e baci lenti come un respiro cosmico, volevo bagni di baci in cui rilassarmi e finalmente imparare i suoi movimenti d'amore"
Pier Vittorio Tondelli

sabato 9 marzo 2013

Au Bonhèur des Dames - Al Paradiso delle Signore , Emile Zola

  Romanzi , Emile Zola


Secondo volume, dei tre,  della bellissima collana: I Meridiani Mondadori. Ieri notte ho terminato Au Bonhèur des Dames. Infatti ho voluto cominciare dal secondo romanzo incluso in questa raccolta.
Sfogliare le pagine setose, leggere, contenere in una mano il prezioso volume, ed immergersi in merletti, sete, guarnizioni, stoffe...E' un vero piacere! I Love Shopping! I Love Shopping!!
C'è un tempo per tutte le cose, ed ora, per me, è arrivato il momento di leggere Zola!
Grande traduzione degna di uno scrittore grandissimo!
Sono arrivata al romanzo Au Bonhèur des dames, attraverso la trasposizione televisiva che ne ha fatto la BBC, dal titolo The Paradise...e credo che la traduzione italiana del romanzo sia Il Paradiso delle Signore, ma non importa come ci sono arrivata , perché alla fine  sono arrivata a Zola! Credo che per un pò di tempo resterò in sua compagnia, leggendomi altri romanzi del ciclo dei Rougon Macquart .  Zola è posteriore a Dickens ma appartiene al filone del romanzo dickensiano.  Il naturalismo sociale di Zola mi sembra però,  ancor più acuto, più tagliente , meno impastoiato di  morale cristiano sociale tipica dei romanzi di  Dickens...ma devo ancora leggere molti altri romanzi di Zola per poterlo affermare con certezza...
Arriviamo finalmente a questo splendido romanzo-gioiello, messo in risalto, come ho già detto da un'ottima traduzione e da note ai capitoli davvero preziose , molto  approfondite e curate .
Il romanzo in breve, parla della nascita di un grande magazzino nel cuore di Parigi. Parte come negozio  solo di abbigliamento il quale,   in seguito diventirà una macchina mostruosa che ingloberà, dentro l'espansione dei suoi edifici: aree dedicate alla pelletteria, ai mobili, alle confezioni, alla bigiotteria, alla profumeria...fino ad avere un personale di tremila e più impiegati, fra commessi fattorini ed altro, più di cinquanta spazi espositivi. Una mostruosa macchina  "Fa Soldi", inventata, diretta, comandata dal grande  "deus ex machina": Octave Mouret.
Octave Mouret genio del commercio e del capitale, che da povero commesso dipendente, è  diventato L'Imperatore delle Vendite! Il Capitalista - demone in nuce in questa Partigi di fine Ottocento...
Zola descrive con  penna  secca, precisa e documentata la nascita del Moderno Commercio che spazzerà via i negozi dei piccoli commercianti  e i negozi dei piccoli artigiani...
Descrive altresì la vita di stenti delle impiegate  e degli impiegati di questo grande magazzino, costrette/i a lavorare per tredici ore di seguito senza mai aver la possibilità di riposarsi o scambiare  qualche parola fra di loro (se non di nascosto);  la lotta intestina fra i vari scompartimenti, la poca considerazione che si aveva delle commesse, ergo donne, (ma questa non è una novità) , le quali molto spesso, al di fuori del lavoro si prostituivano per poter avere qualche soldo in più rispetto la misera paga che ricevevano; i licenziamenti in tronco, nel periodo in cui le vendite calavano (tipo in estate), insomma uno sfruttamento sadico e  brutale a trecentosessanta  gradi!
Zolà ha saputo intrecciare diversi livelli di vita sociale da quella dei personaggi della nobiltà (soprattutto femminile) a quelli degli strati più bassi della società, con una maestria e con una densità "leggera" che scorre attraverso queste pagine di tessitura davvero leggera,  che danno un vero bonhèur ai polpastrelli, lasciandoti alla fine del romanzo , orfana di  quella chiassosa compagnia. Zola è assolutamente da rivalutare.
Au Bonhèur des dames è il primo romanzo dell'Ottocento che parla della società dei consumi, e di come le donne vengano tentate e portate con astuzia e malìa dentro al tunnel dell'acquisto sfrenato e irragionevole... Sophie Kinsella se ne dovrà fare una ragione!

domenica 3 marzo 2013

Anna Karenina



 Il treno che porta al teatro

Joe Wright,  ha capito che per rendere pienamente un personaggio a tutto tondo come Anna Karenina, si deve  passare per il teatro. E così è stato. Il film è composto da attori esemplari, diretti sapientemente dal regista, compresa la sua musa: Keira Knightley che in questo peronaggio mette tutta la sua forza drammatica ed è superbamente credibile. Il film si snoda fra giocattoli, scenografie, pose teatrali , quindi di finzione a   scenari reali: campagne innevate, campagne con file di contadini che tagliano il grano. Joe Wright, dimostra di conoscere il teatro avendoci vissuto in mezzo fin da bambino, ma dimostra di conoscere un maestro esemplare che prima di lui ha saputo miscelare divinamente tecniche teatrali e linguaggio cinematografico, parlo di Keneth Branagh. Ma non solo,: ho visto anche un pò di Emir Kusturica nei passaggi apparentemente caotici  e veloci da una scena all'altra; per non parlare di certi punti di vista che la telecamera rimanda allo spettatore, nelle scene di campagna o nei primi piani dei contadini, in cui ho notato  certe sequenze tipiche del cinema da realismo socialista  sovietico ( in primis   il grande Eisenstein).
E' un film complesso, ben costruito e intenso, Le scene di danza, sono stupende . Il valzer con il sinuoso gioco di braccia e di mani è un capolavoro, Ma Joe Wright ama molto la danza, sapendo che in quel periodo il momento della danza significava tutto nelle relazioni (erano i soli momenti di contatto,  amissibili in pubblico) , ed in questa concentra tutto il significato sociale che in quel momento rappresenta. Come non  dimenticare le danze in Orgoglio e Pregiudizio, ma soprattutto la danza fra Lizzy Bennet e Fitzwilliam Darcy? .... Insomma Joe Wright, registicamente parlando,  sta seguendo una strada molto molto interessante,  e spero davvero che continui.
Altra cosa sul film: ottima sceneggiatura di Tom Stoppard.

domenica 24 febbraio 2013

TINA MODOTTI - Omaggio di Cisco



Caricato in data 20/nov/2010
MUSICHE: CISCO "Tina" e "La lunga notte"
Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici in casa dell'architetto Hannes Mayer, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali.
Pablo Neruda, indignato per queste polemiche, scrive una forte poesia che viene pubblicata da tutti i giornali e contribuisce a tacitare lo "sciacallo".

I primi versi sono scolpiti sulla tomba di Tina.

"Tina Modotti, sorella, non dormi, no, non dormi:
forse il tuo cuore sente crescere la rosa
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la rosa nuova.
Riposa dolcemente, sorella.

La nuova rosa è tua, tua è la nuova terra:
ti sei messa un nuovo vestito di seme profondo
e il tuo soave silenzio si colma di radici.
Non dormirai invano, sorella.

Puro è il tuo dolce nome, pura è la tua fragile vita:
d'ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma;
d'acciaio, linea, polline, si costruì la tua ferrea,
esile struttura.

Lo sciacallo sul tuo prezioso corpo addormentato
protende la penna e l'anima insanguinate
come se tu potessi, sorella, levarti
sorridendo al di sopra del fango.

Nella mia patria ti porto perché non ti sfiorino
nella mia patria di neve perché alla tua purezza
non giunga l'assassino, né lo sciacallo, né il venduto:
laggiù starai in pace.

Lo senti quel passo, un passo pieno di passi, qualcosa
di grandioso che viene dalla steppa, dal Don, dal freddo?
Lo senti quel passo fiero di soldato sulla neve?
Sorella, sono i tuoi passi.

E passeranno un giorno dalla tua piccola tomba
prima che le rose di ieri appassiscano;
passeranno per vedere quelli di un giorno, domani,
dove stia ardendo il tuo silenzio.

Un mondo marcia verso dove andavi tu, sorella.
Ogni giorno cantano i canti delle tue labbra
sulle labbra del popolo glorioso che tu amavi.
Col tuo cuore valoroso.
Nei vecchi focolari della tua patria, sulle strade
polverose, una parola passa di bocca in bocca
qualcosa riaccende la fiamma delle tue adorate genti,
qualcosa si sveglia e comincia a cantare.

Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il nome tuo
noi che da ogni luogo delle acque e della terra
col tuo nome altri nomi taciamo e pronunciamo.
Perché il fuoco non muore."

Pablo Neruda

sabato 5 gennaio 2013

Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato - Trailer Italiano Ufficiale






5 gennaio 2013 in Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

Ottimo prequel del Signore degli Anelli. Momenti di grande cinema e di grandi effetti speciali. Mi riferisco al maestro Hitchcock! :-) ) nella scena in cui appare il fantasma del Negromante…Jackson cita il grandi maestro, che sapeva creare artigianalmente effetti speciali da farsela addosso!!! Il canto dei nani all’inizio del film dà un’impronta da fiaba tradizionale senza eguali!!!
Chi non vorrebbe poi, incontrare il re dei nani. ergo Richard Armitage, con quello sguardo ultramagnetico??? Cristopher Lee: il grande Vecchio è impagabilmente un Morto Vivente che sa solo stare in piedi fermo e lessato..ma possiede una Cartola senza eguali!!! Non vi sto ad elenare tutti gli elementi che anticipano Il Signore degli Anelli, ma li scoprirete piacevolemnte andandolo a vedere!

Anno nuovo, citazioni nuove - 2013


«Una sofferenza come la mia non ha orgoglio.
Cosa mi importa se si saprà che sono disperata?
Tutto il mondo può avere il trionfo di vedermi in questo stato. Quelli che non sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti. Possono resistere agli oltraggi, o ricambiare le provocazioni. Io non posso farlo. Io devo soffrire, mi devo disperare, e che tutti quelli che vogliono godere di questo siano i benvenuti».

Jane Austen, “Ragione e sentimento”




«- Tempo di febbraio. Se non cade la neve d'inverno quando dovrebbe cadere? Sempre meglio che nevichi d’inverno piuttosto che d'estate, non trova?
- Indubitabilmente. Ecco come bisogna prendere la vita. In effetti. Ma la vita, Bernard, la vita degli uomini, non è come il tempo. Da un certo momento in poi non smette più di nevicare».

Raymond Queneau, “Un rude inverno”




«Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole bruciano. Le parole accarezzano. Le parole sono date, scambiate, offerte, vendute e inventate. Le parole sono assenti. Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come zecche: si annidano nei libri, nei giornali, nelle carte e nei cartelloni. Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano,
ordinano, impongono, segregano, eliminano. Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza. I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno».

José Saramago, “Di questo mondo e degli altri”