lunedì 11 marzo 2013

citazione

"Ma io volevo baci larghi come oceani in cui perdermi e affogare, volevo baci grandi e baci lenti come un respiro cosmico, volevo bagni di baci in cui rilassarmi e finalmente imparare i suoi movimenti d'amore"
Pier Vittorio Tondelli

sabato 9 marzo 2013

Au Bonhèur des Dames - Al Paradiso delle Signore , Emile Zola

  Romanzi , Emile Zola


Secondo volume, dei tre,  della bellissima collana: I Meridiani Mondadori. Ieri notte ho terminato Au Bonhèur des Dames. Infatti ho voluto cominciare dal secondo romanzo incluso in questa raccolta.
Sfogliare le pagine setose, leggere, contenere in una mano il prezioso volume, ed immergersi in merletti, sete, guarnizioni, stoffe...E' un vero piacere! I Love Shopping! I Love Shopping!!
C'è un tempo per tutte le cose, ed ora, per me, è arrivato il momento di leggere Zola!
Grande traduzione degna di uno scrittore grandissimo!
Sono arrivata al romanzo Au Bonhèur des dames, attraverso la trasposizione televisiva che ne ha fatto la BBC, dal titolo The Paradise...e credo che la traduzione italiana del romanzo sia Il Paradiso delle Signore, ma non importa come ci sono arrivata , perché alla fine  sono arrivata a Zola! Credo che per un pò di tempo resterò in sua compagnia, leggendomi altri romanzi del ciclo dei Rougon Macquart .  Zola è posteriore a Dickens ma appartiene al filone del romanzo dickensiano.  Il naturalismo sociale di Zola mi sembra però,  ancor più acuto, più tagliente , meno impastoiato di  morale cristiano sociale tipica dei romanzi di  Dickens...ma devo ancora leggere molti altri romanzi di Zola per poterlo affermare con certezza...
Arriviamo finalmente a questo splendido romanzo-gioiello, messo in risalto, come ho già detto da un'ottima traduzione e da note ai capitoli davvero preziose , molto  approfondite e curate .
Il romanzo in breve, parla della nascita di un grande magazzino nel cuore di Parigi. Parte come negozio  solo di abbigliamento il quale,   in seguito diventirà una macchina mostruosa che ingloberà, dentro l'espansione dei suoi edifici: aree dedicate alla pelletteria, ai mobili, alle confezioni, alla bigiotteria, alla profumeria...fino ad avere un personale di tremila e più impiegati, fra commessi fattorini ed altro, più di cinquanta spazi espositivi. Una mostruosa macchina  "Fa Soldi", inventata, diretta, comandata dal grande  "deus ex machina": Octave Mouret.
Octave Mouret genio del commercio e del capitale, che da povero commesso dipendente, è  diventato L'Imperatore delle Vendite! Il Capitalista - demone in nuce in questa Partigi di fine Ottocento...
Zola descrive con  penna  secca, precisa e documentata la nascita del Moderno Commercio che spazzerà via i negozi dei piccoli commercianti  e i negozi dei piccoli artigiani...
Descrive altresì la vita di stenti delle impiegate  e degli impiegati di questo grande magazzino, costrette/i a lavorare per tredici ore di seguito senza mai aver la possibilità di riposarsi o scambiare  qualche parola fra di loro (se non di nascosto);  la lotta intestina fra i vari scompartimenti, la poca considerazione che si aveva delle commesse, ergo donne, (ma questa non è una novità) , le quali molto spesso, al di fuori del lavoro si prostituivano per poter avere qualche soldo in più rispetto la misera paga che ricevevano; i licenziamenti in tronco, nel periodo in cui le vendite calavano (tipo in estate), insomma uno sfruttamento sadico e  brutale a trecentosessanta  gradi!
Zolà ha saputo intrecciare diversi livelli di vita sociale da quella dei personaggi della nobiltà (soprattutto femminile) a quelli degli strati più bassi della società, con una maestria e con una densità "leggera" che scorre attraverso queste pagine di tessitura davvero leggera,  che danno un vero bonhèur ai polpastrelli, lasciandoti alla fine del romanzo , orfana di  quella chiassosa compagnia. Zola è assolutamente da rivalutare.
Au Bonhèur des dames è il primo romanzo dell'Ottocento che parla della società dei consumi, e di come le donne vengano tentate e portate con astuzia e malìa dentro al tunnel dell'acquisto sfrenato e irragionevole... Sophie Kinsella se ne dovrà fare una ragione!

domenica 3 marzo 2013

Anna Karenina



 Il treno che porta al teatro

Joe Wright,  ha capito che per rendere pienamente un personaggio a tutto tondo come Anna Karenina, si deve  passare per il teatro. E così è stato. Il film è composto da attori esemplari, diretti sapientemente dal regista, compresa la sua musa: Keira Knightley che in questo peronaggio mette tutta la sua forza drammatica ed è superbamente credibile. Il film si snoda fra giocattoli, scenografie, pose teatrali , quindi di finzione a   scenari reali: campagne innevate, campagne con file di contadini che tagliano il grano. Joe Wright, dimostra di conoscere il teatro avendoci vissuto in mezzo fin da bambino, ma dimostra di conoscere un maestro esemplare che prima di lui ha saputo miscelare divinamente tecniche teatrali e linguaggio cinematografico, parlo di Keneth Branagh. Ma non solo,: ho visto anche un pò di Emir Kusturica nei passaggi apparentemente caotici  e veloci da una scena all'altra; per non parlare di certi punti di vista che la telecamera rimanda allo spettatore, nelle scene di campagna o nei primi piani dei contadini, in cui ho notato  certe sequenze tipiche del cinema da realismo socialista  sovietico ( in primis   il grande Eisenstein).
E' un film complesso, ben costruito e intenso, Le scene di danza, sono stupende . Il valzer con il sinuoso gioco di braccia e di mani è un capolavoro, Ma Joe Wright ama molto la danza, sapendo che in quel periodo il momento della danza significava tutto nelle relazioni (erano i soli momenti di contatto,  amissibili in pubblico) , ed in questa concentra tutto il significato sociale che in quel momento rappresenta. Come non  dimenticare le danze in Orgoglio e Pregiudizio, ma soprattutto la danza fra Lizzy Bennet e Fitzwilliam Darcy? .... Insomma Joe Wright, registicamente parlando,  sta seguendo una strada molto molto interessante,  e spero davvero che continui.
Altra cosa sul film: ottima sceneggiatura di Tom Stoppard.